Tratto da Modena Corre
Autore: Massimo Bedini
Non c’è altra spiegazione, perché persone sane di mente non fanno morire una normale e tranquilla corsa per farne nascere una di una bellezza estrema, per paura che ci perdiamo per Sassuolo hanno perso tempo ad attaccare cartelli per tutta la città per indicarci dov’è la partenza, poi hanno riempito di volontari il percorso, che con pazienza ci indicavano ogni possibile situazione di pericolo, poi dopo la ripida salita della Rupe del Pescale mi hanno dato Walter,
un angelo custode che non mi ha mollato per un solo metro, poi quando arrivo al secondo ristoro le ragazzine DJ continuano a far suonare la musica, non l’hanno spenta perché tanto deve solo passare l’ultimo, e al ristoro mi dicono di prendere l’integratore invece del the perché mi servirà per affrontare il monte Scisso. Arrivato in cima c’è il terzo ristoro, proprio matti a metterne così tanti, poi in fondo alla discesa di S.Michele addirittura c’è il quarto ristoro e ci sono le volontarie ancora tutte presenti e sorridenti che mi hanno aspettato, ma non ce l’avete una casa? Arrivo al traguardo e scopro che persino la Teida ed Italo mi hanno aspettato per scattarmi le ultime foto, sono matti anche loro, come lo sono stati i volontari sul percorso, tutti sorridenti nessuno con il muso lungo e con la fretta di andare a casa, sempre pronti ad incitare e ad incoraggiare, ritiro il premio, anzi il superpremio dei competitivi, portascarpe versione maxi, canotta della mia taglia e bottiglione di Energade. La Guglia ha dimostrato che il podista non deve essere un pollo da spennare ma un amico da coccolare, ha dimostrato che anche l’ultimo ha diritto di trovare gli stessi servizi del primo, ai ristori mi ha fatto trovare tutto, nulla era finito, ha dimostrato che basta fare un sorriso perchè quel sorriso vale più di mille parole. Tutti matti alla Guglia, grazie per essere così.